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La domenica dell'empatia

Il seminario è esperienziale, la durata prevista è di circa 9 ore (pause comprese) da svolgersi in una giornata e sono ammessi massimo 25 partecipanti.

Sarà diviso in 4 parti: l'autoempatia, accettare gli altri, ascoltare attentamente gli altri, il cambio di prospettiva.


L’autoempatia

Obiettivo: Concentrarsi sulle esperienze interiori e connettersi con le sensazioni del proprio corpo. Osservare ciò che sta accadendo a livello fisico e mentale senza esprimere giudizi.

Quando pensiamo alla comunicazione, e soprattutto a una “buona comunicazione”, sicuramente il nostro pensiero va all’interazione tra almeno due persone. 
In realtà, la comunicazione parte prima di tutto da noi stessi: se non siamo ben sintonizzati, probabilmente rischiamo di non riuscire a collegarci con gli altri.

Questa è l’auto empatia: la capacità di ascoltarci e ascoltare il nostro corpo e capire quello che sta cercando di dirci, senza giudicarlo. Insomma, tutto quello che chiediamo in una comunicazione con gli altri e che ci sforziamo di fare per dimostrarci disponibili verso il prossimo… dovremmo farlo per primi verso noi stessi!

Quante volte, invece, ci capita di fare qualcosa sotto la guida di un pilota automatico? Quante volte ci ritroviamo in una stanza, ad esempio, e non sappiamo nemmeno perché ci siamo entrati? Oppure quante volte abbiamo un certo pensiero e subito dopo ci auto-rimproveriamo dicendoci “non dovresti nemmeno avere queste idee, vergognati!”

Metterci in ascolto di noi stessi è il primo passo da fare per porci in ascolto degli altri.

È essenziale cercare di capire come ci sentiamo realmente in merito a una determinata circostanza, senza giudicare i nostri stati d’animo, ma semplicemente accogliendoli e osservandoli. Il secondo passo da compiere è riuscire a descriverli ed infine avere un’occasione fisica, vera, di parlarne a qualcuno che ci ascolti.

 

Accettare gli altri

Obiettivo: Osservare gli altri senza giudicare ma riconoscendo i nostri pensieri, sentimenti e giudizi e lasciandoli andare.

Si fa presto a dire “non giudicare e non sarai giudicato”, “astieni dai giudizi” “nessuno mi può giudicare” … In realtà i giudizi si formano nella nostra mente in base al solito pilota automatico, prima ancora che ce ne rendiamo conto.

E allora? Iniziamo con il non giudicare noi stessi per avere un giudizio (qui ci aiuta l’autoempatia!) e subito dopo: proviamo a guardare quel “giudizio” per quello che è, con consapevolezza e magari a prenderne le distanze. Accorgerci che stiamo giudicando qualcuno ci aiuta a renderci conto di come può cambiare la nostra visione se non ci lasciamo influenzare dalle interpretazioni.

Insomma: “Etichettare gli altri”, tendere a dare le cose per scontate in base alle nostre esperienze pregresse soprattutto quando abbiamo poche informazioni a disposizione, è assolutamente umano.

È importante però renderci conto di quando e quanto lo stiamo facendo o comunque della nostra tendenza a farlo per capire che i pensieri non sono fatti e che noi siamo molto più di quello che è contenuto nei nostri pensieri.


Nella seconda parte del nostro seminario ci eserciteremo su questo: capiremo come certi automatismi ci impediscano a volte di andare oltre le apparenze e di come, se riusciamo ad osservarli come semplici “giudizi/pregiudizi” si possa aprire una finestra che non avevamo considerato sul mondo sull’altro.

Ascoltare attentamente gli altri

Obiettivi: Ascoltare gli altri senza aggiungere. Riconoscere i sentimenti, i pensieri e le intenzioni di chi parla e saperli riportare.

Dopo aver capito come possiamo prestare più attenzione verso noi stessi e renderci conto dei nostri pensieri, possiamo predisporci all’ascolto dell’altro. Ascoltare non è affatto semplice, ci sono una serie di altri ostacoli da superare:

  • La nostra memoria (come facciamo a ricordarci tutto quello che ci stanno dicendo? Soprattutto quando la persona con cui parliamo è un fiume in piena!)
  • La nostra attenzione (alcune cose che ci raccontano non ci interessano…riusciamo a rimanere comunque concentrati?).
  • La nostra mente (ancora lei??? Eh sì! Abbiamo visto che quando non abbiamo informazioni sufficienti -  o che NOI consideriamo tali -  la nostra mente LE AGGIUNGE! O ancora… se queste informazioni non corrispondono al NOSTRO modo di pensare. in due secondi le TRADUCIAMO in base al nostro linguaggio.)

Insomma, quando ascoltiamo operiamo comunque una scelta condizionata dalla somma di ciò che siamo a livello caratteriale, educativo, culturale e dai nostri vissuti.

La terza parte del seminario verterà su questo: fare silenzio intorno e dentro di noi e concentrarci solo sull’ascolto dell’altro.

Il cambio di prospettiva

Obiettivi: Essere consapevoli che ogni individuo ha il suo punto di vista e che la nostra prospettiva non è universale. Entrare nella prospettiva dell'altro focalizzando l'attenzione sulle differenze tra noi stessi e gli altri.

Nella quarta ed ultima parte ci occuperemo del “cambio di prospettiva”, vale a dire, provare a vedere il mondo con gli occhi dell’altro. Dopo i primi tre passaggi avremo fatto nostro il concetto che “persone diverse percepiscono cose diverse”: non esiste una visione oggettiva di qualcosa. Quello che gli altri ci dicono o che noi diciamo loro non è sempre comprensibile: perché mancano informazioni, perché non riusciamo a vedere ciò che ci dicono o perché non riusciamo a descrivere quello che abbiamo dentro, perché ognuno ha la propria storia che ci porta a rileggere le parole.

È dunque arrivato il momento di mettere in pratica il riconoscimento empatico, un’abilità che richiede:

  • sapere ascoltare noi stessi e riconoscere le nostre voci interne
  • ascoltare ciò che l'altro sta dicendo
  • riconoscere ciò che è stato detto, assicurandosi di avere capito bene il contenuto e anche i sentimenti con i quali ci è stato esposto.

Potremmo pensare che ascoltare gli altri empaticamente abbia effetti positivi solo su chi riceve questa “carezza psicologica” … invece ne ha tantissimi anche per chi si pone in ascolto! Quali? Se è una persona con la quale siamo in conflitto, ascoltare attentamente e empaticamente può aiutarci a ridurlo se non addirittura ad evitarlo. Ancora, può ampliare i nostri orizzonti con punti di vista che non avevamo minimamente considerato.

I benefici dell’ascolto empatico non finiscono qui… se avete voglia di scoprirne altri e mettervi alla prova… non vi resta che venire al nostro corso!

Il costo del seminario è di 50 euro che andranno interamente devoluti a Voce Amica Sassari Onlus.

❤ Vorremmo provare tutti insieme a fare spazio e luce dentro noi per accogliere i nostri stati d’animo e quelli degli altri. Se anche tu vuoi partecipare scrivici a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.! ❤

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