Quante volte abbiamo ascoltato qualcuno raccontare di sé o di altri? Ascoltato, intendo, prestando attenzione e concentrandosi sulle parole per non perdere il filo del discorso e la consequenzialità degli avvenimenti. Io tanto, sempre, ma, quelle poche volte che toccava a me raccontare, mi accorgevo che il mio interlocutore era distratto, pensava ad altro o, peggio ancora, interrompeva per parlare delle sue cose, per fare paragoni a suo vantaggio o per cercare di darsi un'importanza che in quel momento era fuori luogo. Il disappunto provato in quelle situazioni mi portava a non esternare più i miei pensieri ed a scegliere di essere semplicemente un contenitore di racconti altrui, un'attitudine, quella dell'ascolto, che ho affinato nel tempo e che ho scelto di mettere al servizio degli altri, questa volta arricchendola con la giusta dose di empatia, emozionandomi e partecipando in silenzio. A molti sembrerà una perdita di tempo, in un'epoca di egoismo ed egocentrismo che sta creando voragini di vuoto interiore e di solitudine, ed invece sentirsi ascoltati a volte fa la differenza, può fare il "miracolo". Già l'espressione del viso sollevata o il tono della voce rilassato di chi ringrazia per il tempo dedicatogli sono una ricompensa per chi ha ascoltato ma anche chi ascolta, a sua volta, si è arricchito di nuove parole, esperienze, confronti. Si da e si prende, in uno scambio reciproco e fraterno, perché sulla terra siamo tutti uguali, tutti in viaggio e tutti alla ricerca di una stessa meta...
Gli Ascoltastorie
Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.
Platone
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