Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.

Platone

Paura

Non esiste essere umano, né altro animale, che non conosce questa emozione: la paura.

C'è chi ha paura del buio, chi dei serpenti o dell'altezza, chi dell'abbandono, della sofferenza o della morte. Insieme alle altre emozioni primarie anch'essa ci accompagna nei diversi momenti della vita, talvolta senza apparente giustificazione e talvolta a ragione. In ogni caso, quando la viviamo, qualunque sia la sua intensità, abbiamo una sensazione di sgradevolezza poiché, evidentemente, stiamo percependo un pericolo. Spesso tale pericolo è imminente e reale, come quando vediamo arrivare un oggetto che sta per colpirci o un animale che ci attraversa improvvisamente la strada mentre siamo alla guida dell'auto ma, altrettanto spesso, ci facciamo prendere dalla paura per qualcosa che viene evocato dal ricordo di un'esperienza passata oppure dalla previsione di qualcosa di indesiderato che si potrebbe manifestare in futuro.

Certo è che, quando ne siamo pervasi, il nostro prevalente desiderio è quello di difenderci da ciò che minaccia la nostra integrità o la nostra esistenza. Per questo motivo, se vissuta in maniera appropriata, ovvero se non si innescano delle patologie affini, come le varie fobie o ansia smisurata o crisi di panico per citarne alcune, è una delle emozioni più utili e funzionali: ci protegge quando ha a che fare con la sopravvivenza del singolo individuo o dell'intera specie, e anche quando entra in contatto con la nostra crescita, poiché evita che si inneschino comportamenti che, in passato, si sono dimostrati dannosi. E'; la paura che, alla vista di un ragno velenoso come al ricordo di esperienze penose, ci pone dinanzi ad una scelta: attacco o fuga. E, in entrambi i casi, con una azione neurofisiologica, prepara il corpo e la mente a farvi fronte.

Fuga o attacco. Talvolta blocco o paralisi. Che ne siamo consapevoli o meno, mente e corpo sembrano coalizzarsi anche quando altre parti di noi, altre emozioni e sentimenti vorrebbero dire la loro.

La “paura di amare”, ad esempio, ne sa qualcosa: restare fermi e godere della tenerezza e della passione che lamore porta con sé o fuggire per non restare delusi o, peggio, per la possibilità di essere rifiutati? A volte si rimane paralizzati anche per paura di essere amati!

E non possiamo dimenticare la “paura del cambiamento” che molte persone conoscono: stare immobili in una situazione ormai conosciuta e, quindi, protetta e confortevole oppure andare volutamente incontro all'ignoto rischiando di dover fuggire o lottare contro qualcosa che potremmo non saper gestire? Eppure il cambiamento è inevitabile in ogni arco vitale, tanto varrebbe sperimentarlo con curiosità...

Stesso discorso vale per la “paura del diverso”, ovvero di ciò o di chi ci appare strano, bizzarro, lontano dalla nostra natura o dalle nostre convinzioni, in altre parole, potenzialmente pericoloso. In questo caso la letteratura e la cronaca quotidiana ci pongono davanti a lotte ed attacchi continui perpetrate nei confronti di chi ha un handicap o ha colore della pelle, cultura, valori morali, ideologie, tendenze sessuali o religione differenti. Purtroppo pregiudizio e intolleranza imperano nell'animo umano da sempre. Secondo alcuni psicologi, la tendenza ad essere ostili piuttosto che accoglienti nei confronti di chi è estraneo al gruppo ristretto di appartenenza deriva da un processo evoluzionistico. Prima viene la necessità di salvaguardare i propri membri creando una rete di reciproco sostegno e, solo dopo, forse, si può arrivare a guardare tutte le persone per quello che realmente sono, nella loro irripetibile singolarità che può essere considerata non più un pericolo ma, piuttosto, una risorsa per la crescita di ogni individuo e della sua intera comunità.

In conclusione, la nostra natura ci offre un'ottima alleata mettendoci in guardia da possibili sofferenze ma è importante capire quando tale emozione diventa disfunzionale e inutile, trasformandosi in un pesante fardello. Non sempre il compito è semplice. Richiede la giusta dose di lucidità e consapevolezza e, inoltre, la certezza che nessun istinto è immodificabile: è possibile, nonché auspicabile, che ogni emozione, compresa quella della paura, sia adeguatamente apprezzata e compresa affinché non ci renda sue prede passive ma ci educhi ad una ragionevole gestione.

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